Passare al contenuto principale

Pubblicato il 16 settembre 2025

L’autopostale, una vera icona svizzera

In Svizzera gli autopostali, con la loro inconfondibile livrea gialla e quel clacson a tre suoni che si riconosce al primo istante sono parte della nostra vita quotidiana. Scoprite la storia e le particolarità di questo simbolo unico che, ogni giorno, percorre in lungo e in largo le strade della Svizzera.

Veduta di una stazione autolinee coperta con più pullman PostAuto giallo-rossi in fila sotto una struttura metallica e pannelli d’indicazione dei binari sospesi.

In Svizzera vi sono tantissime valli, con paesini e villaggi sparsi un po’ ovunque e lontani dai centri urbani. Questi paesaggi sono molto affascinanti, è vero, ma sono un bel grattacapo per i trasporti pubblici e raggiungere ogni angolo del Paese è una vera sfida. AutoPostale, la principale azienda di trasporti pubblici in Svizzera, l’ha affrontata e risolta brillantemente. Gli scolari, per esempio, salgono ogni giorno sull'autopostale per andare a scuola, e molte persone che vivono in luoghi isolati fanno affidamento sull’autobus giallo per spostarsi.
Oggi inoltre gli autopostali non sono apprezzati solo dai viaggiatori regolari, ma anche dai turisti.

Un po’ di storia

La storia degli autopostali inizia nel 1849, quando la Posta federale rileva il servizio cantonale di carrozze trainate da cavalli, l’ultima delle quali - la leggendaria diligenza del San Gottardo - si vede ancora oggi percorrere l’omonimo passo.
Il primo viaggio ufficiale di un veicolo postale a motore si svolge tra Berna e Detligen nel 1906, anche se tre anni dopo tra Berna e Papiermühle tornano in uso le diligenze perché i bus hanno molti problemi tecnici e consumano troppa benzina. La svolta avviene alla fine della prima Guerra mondiale e grazie alla conquista dei passi alpini.Si inizia con la tratta del Sempione, nel 1919, per poi passare alla creazione della Posta Alpina nel 1921, legata all’apertura del trasporto postale sui passi del Grimsel, del Furka, del San Bernardo e dell’Oberalp, che permette alla compagnia di espandersi ulteriormente.

Dipinto di una diligenza postale trainata da cinque cavalli su una strada di montagna, guidata dal cocchiere e seguita da bovini, con montagne sullo sfondo.

Dopo la prima Guerra mondiale, quaranta camion militari vengono convertiti in autobus postali, il servizio passeggeri conta ora 104 veicoli e le diligenze cominciano a scomparire definitivamente. Gli autisti fungono anche da guide turistiche e i viaggi panoramici in autopostale sulle strade alpine diventano famosi in tutto il mondo.

La rete di linee postali si estende progressivamente a tutta la Svizzera.
L’autopostale diventa più di un semplice mezzo di trasporto o di un servizio pubblico: si trasforma in una vera e propria istituzione sociale, che collega gli abitanti delle zone periferiche alla vita moderna delle città. Ma il famoso bus giallo non si avventura solo in regioni remote e alpine, e sempre più spesso compare anche in pianura per servire città e villaggi. Ricordiamo che, all’inizio, l’autopostale non trasportava soltanto scolari, abitanti dei villaggi di montagna e turisti, ma anche lettere, pacchi, bidoni del latte, frigoriferi e persino polli.

Nel 2003, dopo numerosi miglioramenti del parco veicoli, AutoPostale dichiara di aver raggiunto quota 100 milioni di passeggeri trasportati complessivamente.

Autopostale Saurer AD scoperto con passeggeri su strada di montagna al passo del San Gottardo, circondato da alberi e cime rocciose sotto un cielo nuvoloso.

Un marchio unico

La livrea gialla dei veicoli e il loro corno, ovvero il clacson a tre suoni, sono le principali caratteristiche distintive dell’azienda di trasporti AutoPostale e sono diventati importanti simboli del marchio. Molti svizzeri associano i bus gialli e le famose tre note del clacson – «Du-Da-Doo»! – alle loro gite scolastiche o turistiche su tortuose strade di montagna.

Il clacson

Le tre note del suono «Du-Da-Doo » provengono nientepopodimeno che dall’ouverture del Guglielmo Tell di Rossini. Ma perché usare questo suono insolito invece di un clacson normale?

Prima di tutto, i corni postali non sono un’invenzione recente: erano infatti anche strumenti musicali usati nell’epoca della posta a cavallo per permettere ai postiglioni (ovvero i conducenti delle carrozze di posta a cavallo) di annunciare l’arrivo e la partenza delle loro carrozze. Quando la posta alpina motorizzata si diffonde in Svizzera a partire dal 1919, il corno, dopo alcuni anni di silenzio, torna di attualità.

Già a quei tempi gli autopostali non erano infatti i soli mezzi a percorrere le strade di montagna e gli incidenti erano frequenti. Per questo la Posta decide di impiegare il clacson a tre suoni, per avvertire gli altri veicoli nei punti con scarsa visibilità. I primi clacson manuali, tuttavia, hanno una portata insufficiente. Si decide quindi di fabbricare un corno a tre suoni dotato di un compressore elettrico che risuona per la prima volta nel 1923.

Tre trombe metalliche usurate montate sotto un veicolo, rivolte in avanti, fissate a un supporto metallico con cavi in vista.

Il colore giallo

Ma da dove viene il famoso «giallo postale»? Il colore della Posta affonda le sue radici nel XV e secolo, quando l’imperatore Massimiliano I d'Asburgo incarica i fratelli von Thurn und Taxis, di origine italiana, di trasportare la sua corrispondenza. Visto che, all’epoca, il giallo e il nero erano i colori imperiali, i due fratelli decidono di usarli nei loro stemmi. La livrea delle carrozze postali diventa così gialla e nera, e questi colori rendono il servizio postale dell’imperatore riconoscibile a prima vista. Bisogna tuttavia aspettare il XIX e il XX secolo per vedere il giallo imporsi come colore del servizio postale in Europa. In Svizzera, per esempio, il «giallo postale» è già usato in modo diffuso dal XIX secolo, ma viene introdotto ufficialmente in tutto il Paese nel 1946 e solo nel 1959 diventa il segno distintivo di tutti i nuovi veicoli dell’azienda degli autopostali. Prima di quest’anno, infatti, avevano i colori scelti dei differenti appaltatori. Era molto probabile dunque che su certi percorsi circolassero veicoli di colore diverso a seconda del numero di aziende che fornivano il servizio su incarico della Posta.

Minibus giallo PubliCar parcheggiato accanto a una panchina rossa su un sentiero, davanti a montagne avvolte nella nebbia al sorgere del sole, albero spoglio a sinistra.

Soltanto molti anni più tardi, all’inizio del 2002, la Posta registra infine il «Post Office Yellow» come colore aziendale. Da allora questa tonalità di giallo è parte integrante del marchio della Posta. Si tratta del terzo esempio di colore legato a un marchio registrato in Svizzera. In precedenza Milka aveva depositato il colore lilla per la confezione dei suoi cioccolatini e Wander il colore arancione per la confezione dei prodotti Ovomaltina.

Dalla carrozza a cavalli al veicolo elettrico a guida autonoma

Come azienda di autobus leader nel settore del trasporto pubblico, AutoPostale vuole avere un ruolo pionieristico anche nell’impiego di mezzi di trasporto alternativi.

Per questo è stata la prima azienda di trasporti svizzera a introdurre la tecnologia delle celle a combustibile. Quasi il 100% dell’idrogeno necessario è prodotto con elettricità generata da energia idroelettrica rinnovabile.

Dal 2016 l’azienda ha anche messo in servizio vari bus elettrici. Alla fine del 2024, 42 dei circa 2300 autobus postali erano completamente elettrici e CarPostal convertirà l'intera flotta all'elettrico entro il 2035.

Dalla fine del 2011 AutoPostale gestisce anche autobus ibridi diesel-elettrici, che consumano dal 20 al 30% di carburante in meno rispetto agli autobus esclusivamente a diesel. Oggi sono 50 i veicoli di questo tipo in giro per la Svizzera.

L’azienda vuole anche plasmare la mobilità del futuro. Nel 2016 debutta il progetto pilota di navetta elettrica «SmartShuttle» nel centro della città di Sion, in Vallese. Gli shuttle sono i primi veicoli in Svizzera a circolare senza conducente e con passeggeri nello spazio pubblico, e i primi veicoli di trasporto pubblico al mondo a guida autonoma. Il progetto è stato rinnovato nel 2021, ma questa volta combinando veicolo a guida autonoma e servizio on-demand. Questo esperimento pilota permette agli abitanti del capoluogo vallesano e ai turisti di prenotare gratuitamente le navette automatizzate per il percorso di loro scelta.

Navetta PostAuto gialla senza conducente che attraversa un piccolo ponte cittadino di notte, passeggeri illuminati all’interno, case e montagne sullo sfondo.

AutoPostale: qualche dato

Nel 2024 500’000 al giorno i pendolari, gli studenti, i vacanzieri e i turisti che hanno preso posto sugli autobus gialli. Nello stesso anno AutoPostale ha servito 950 linee per un totale di 17’689 chilometri e 11’339 fermate, trasportando quasi 183 milioni di passeggeri lungo 140 milioni di chilometri.

Gli autopostali collegano le frazioni più remote con le città, creano coesione tra le varie parti del Paese e sono sinonimo di affidabilità, ma anche di emozione. Un autopostale su un tornante stretto, con le cime innevate delle montagne sullo sfondo: un’immagine che è parte integrante del paesaggio svizzero.